Qatar 2022: il mondo LGBT+ contro il Mondiale della discriminazione

Polis Aperta, insieme alle altre associazioni LGBT+, firma contro il mondiale di calcio che si terrà in Qatar, Paese dove l’omosessualità è ancora oggi illegale e si punisce fino alla pena di morte. chiede al nostro calcio di seguire gli altri Paesi Europei, aderendo alla campagna “One Love” e impegnandosi nella formazione per l’inclusione delle persone LGBTQI+ nello sport.

La nota condivisa da Arcigay e Gaynet con il sostegno delle realtà sportive Pride Sport Milano, Lupi Roma Outsport, Pochos Napoli, Polisportiva Revolution, Pegasus Sporting Club SSD e l’adesione di Circolo Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, Polis Aperta, Omphalos LGBTI, I Sentinelli di Milano, EDGE, ARCO, Quore, La tenda di Gionata, CGIL Ufficio Nuovi Diritti, Cammini di Speranza, Rete Genitori Rainbow, Agapanto, ALFI, NUDI, Gender X, TGenus, CEST, Gruppo Trans APS, Pride Vesuvio Rainbow.

A fronte delle ultime dichiarazioni dell’ambasciatore Khalid Salman (“l’omosessualità è un danno mentale”) si sono riaccesi i fari sull’omotranfobia qatariota, mettendo a rischio la partecipazione delle persone LGBTQI+. “Tutto questo è semplicemente contro lo sport”, hanno tuonato le associazioni LGBTQI+ italiane, che hanno così chiesto alla FIGC e al CONI di aderire alla campagna ‘ONELOVE’ e di aprire al più presto un tavolo di lavoro con le associazioni e gli Enti di Promozione Sportiva per la sensibilizzazione contro le discriminazioni nello sport e attraverso lo sport.

Come riportato dal portale web www.gay.it "lo studio ‘Big Count 2006’, pubblicato dalla FIFA nel 2007, affermava che in tutto il mondo ci sono 265 milioni di persone (in entrambi i generi di competizione) che praticano il calcio. Se consideriamo che la popolazione LGB oscilla tra il 5% e il 10%, le persone omosessuali e bisessuali che giocano a calcio dovrebbero essere tra i 13 e i 26 milioni. La stragrande maggioranza di loro è discriminata e vive nel silenzio".