Polis Aperta, associazione Lgbtqi+ di lavoratori di forze di polizia e forze armate esprime il proprio rammarico per le parole utilizzate dagli organizzatori del “Rivolta Pride” di Bologna che hanno voluto escludere l’associazione e i propri associati dalla sfilata di sabato 25 giugno. Ci è stato chiesto di non presentarci con i loghi e lo striscione dell’associazione, ma di partecipare in modo anonimo, quasi dovessimo nascondere chi siamo. Non è la prima volta che una tale discriminazione viene in atto: al pride di Bologna 2020 la stessa sorte toccò dall'Associazione Plus - Persone LGBT+ Sieropositive.
Attraverso i social sono state scritte parole pesanti come pietre, che ancora prima di colpire l’associazione in sè, feriscono le persone che ne fanno parte. Persone, che pur avendo scelto un lavoro, dove non sempre la comunità Lgbtqi+ è stata accolta a braccia aperte, hanno deciso di metterci la faccia. Di uscire allo scoperto, sfidando ogni convenzione per abbattere diffidenza e pregiudizi. Fin dalla nascita, l’associazione si è impegnata per il riconoscimento dei diritti civili, dalla legge Cirinnà al ddl Zan, per il riconoscimento degli alias alle persone in transizione e dell’omogenitorialità. Perché siamo consapevoli che solo tutelando le moltepilci identità individuali della società si garantisce la difesa di quella democrazia che abbiamo deciso di rappresentare indossando una divisa.
Pride è l’orgoglio di aspirare a una società dove tuttə sono ugualə davanti alla legge. Le polemiche sterili non ci interessano, impieghiamo il nostro tempo per costruire ponti, non muri. Le pratiche escludenti non ci appartengono, così come non ci appartiene il dileggio, la discriminazione, il pregiudizio che trasuda da certi toni.
Questo odio non ci appartiene.
"Linguaggi inclusivi e contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere"
Dopo l'invito del Ministro dell'Istruzione rivolto a tutti i docenti e alle scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa - in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia che si tiene ogni anno il 17 maggio - per creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali, l'Università "Sapienza" di Roma, dopo aver conquistato la vetta nella classifica internazionale del Center for World University Rankings nello scorso mese di aprile, ha deciso di ospitare un momento di discussione e confronto sul contrasto delle discriminazioni e della violenza rivolte all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
L'incontro verterà sul corretto uso del linguaggio affinché ciò non diventi strumento di esclusione, discriminazione, ostilità, perché le parole costituiscono la realtà, e quando il discorso promuove l’odio finisce per produrlo.
All'incontro prenderanno parte la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, la delegata della Rettrice per le Pari Opportunità e presidente del Comitato unico Giuliana Scognamiglio, il Coordinatore del Comitato tecnico scientifico sulla diversità e l’inclusione Fabio Lucidi. A coordinare l’incontro Vittorio Lingiardi, del Dipartimento di Psicologia dinamica, clinica e salute e Senior Research Fellow della Scuola superiore di studi avanzati Sapienza. All’incontro interverranno Luigi Manconi, Marilena Grassadonia, Viola Lo Moro, Simone Alliva, Monica Cristina Storini, Annammaria Speranza, Cristina Prenestina ed Elliott Perticone.
L'Italia, anche in piena pandemia, non può vantare alcun podio riguardo i diritti umani delle persone LGBTI+. Questo è quanto emerge dall' "Annual Review of the Human Rights Situation of Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, and Intersex People 2022" redatto dall'ILGA Europe, l'organizzazione che unisce circa 600 associazioni ed enti europei e asiatici LGBT+, relativamente al periodo gennaio-dicembre 2021.
Dall’affossamento del DDL Zan ai sindaci gay presi di mira, dalle spiagge che facevano sconti alle famiglie solo eterosessuali...
L’Italia ha ancora bisogno di crescere...
Vedi il documento originale (in inglese)

Si è tenuta lo scorso sabato 2 aprile a Roma l’assemblea in presenza di Polis Aperta. La giornata, la prima dopo la fine dello stato di emergenza, è stata anche un’occasione per offrire agli operatorə in divisa di tutte le forze di polizia, un importante momento formativo incentrato sul contrasto ai crimini d’odio.
Nella mattinata di sabato, all’interno della sala Gonzaga del Comando Generale Polizia Roma Capitale, si sono avvicendati il Vice Questore della Polizia di Stato Francesca Romana Capaldo, in rappresentanza di Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, l'avvocata Stefania Boccale di Unar, ufficio nazionale anti discriminazioni razziali e Simonetta Moro, psicologa e psicoterapeuta, membro del direttivo di Polis Aperta con delega alla formazione. A fornire il loro contributo all'interessante dibattito, moderato da Michela Pascali delegata ai rapporti istituzionali di Polis Aperta, anche l’Anvu,l’associazione professionale polizia locale d’Italia e il mondo dell'associazionismo legato alla comunità Lgbtiq+ in particolare il circolo Mario Mieli, Agedo Lazio, Gay help line, Gayroma, e Gaynet. Tutti gli interventi hanno evidenziato la necessità di aprire un dialogo, reale e profondo, tra operatorə di polizia e cittadinə Lgbtiq+ per aumentare la sicurezza percepita da tutti i membri della comunità, individuando i crimini improntati all'odio e assicurando, chi commette queste tipo di esecrabili reati, alla giustizia. La stesso incontro formativo di sabato è stata una prima, storica, occasione d’incontro tra associazionismo, istituzioni e forze di polizia che ha permesso di mettere le basi per una futura collaborazione che abbatta le barriere comunicative.
Nel pomeriggio l’assemblea ha discusso e approvato il bilancio e gli ordini del giorno dell’associazione. La giornata è stata un’occasione di festa. Finalmente, dopo due anni di pandemia, socie e socie, appartenenti a diversi corpi di polizia e dell’esercito, hanno avuto l'occasione di rincontrarsi, di confrontarsi e mettere in campo nuove sinergie per contribuire a rendere l'Italia, il Paese che abbiamo l’onore di servire in divisa, un posto sempre più inclusivo.

"Polis Aperta" aderisce convintamente alla "Giornata nazionale di mobilitazione contro l'escalation militare in Ucraina" ed alle manifestazioni che si terranno il 26/02/2022 nelle varie città italiane per chiedere alla Russia di porre fine a questo sconsiderato, massacrante e inumano sterminio contro l'Ucraina.
La guerra è un crimine contro l'umanità, senza se e senza ma.
Con 759 voti, ben più del quorum di 505, Sergio Mattarella è stato rivotato Presidente della Repubblica. Un Presidente che lo scorso 21 maggio ha espresso la sua posizione sul fenomeno dell'omotransfobia.
«La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la biofobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Le attitudini personali e l’orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica.
La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili. La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza».
Al Presidente Mattarella giungano da parte di Polis Aperta i più sentiti auguri per questo nuovo mandato!
Ieri su "La Repubblica" e a valanga sui vari social è stato riportato che “i poliziotti si sono rifiutati di indossare mascherine in dotazione di colore rosa”, arrivando attraverso sindacato a scrivere al Capo della Polizia, Lamberto Giannini, per la questione.
Da qui, l’opinione pubblica della rete ha sancito che i poliziotti sono affetti da maschilità fragile se non vogliono presentarsi in servizio con una mascherina rosa, in tempi che, tra l’altro, ad avercele delle mascherine ffp2 in dotazione.
In realtà, questa notizia, pecca di diverse fallacie: alcuni poliziotti non sono i poliziotti, un sindacato non è i sindacati. Generalizzare è il gradino preliminare a chi non ha voglia di informare.
Inoltre, se la polizia viene incolpata di non essere abbastanza aperta, avanti, decostruita, meglio non stanno facendo quell* che riportano la notizia parlando di poliziotti unicamente al maschile e di virilità in pericolo: è dal 1981 che le donne hanno avuto accesso ai ruoli di polizia senza distinzioni dei colleghi maschi. Una narrazione dal maschile totalizzante è tanto grave quanto un presunto rifiuto al colore rosa perché va ad alimentare una visione anacronistica delle persone in divisa, contribuendo ad ideologizzazioni e sterotipizzazioni di cui non ha bisogno nessun* né all’interno né all’esterno dei corpi.
Senza creare confutazioni alla tesi di polizia machista, rimanendo in questo frame di interpretazione, c’è da dire che la maschilità egemone, la visione patriarcale ed eteronormata non sono un problema esclusivo delle forze di polizia e delle forze armate, quanto più un problema della società in generale rispetto ai ruoli di genere connotati da un binarismo imperante.
Premettendo che l’Associazione si dissocia dall’istanza sindacale perpetrata da alcuni poliziott*, riteniamo opportuno sottolineare che è scontato vi siano appartenenti alle suddette forze che non trovano idoneo indossare una mascherina rosa - senza voler approfondire la reazione avuta non al colore rosa ma ad un colore non idoneo alla divisa, se avrebbero fatto lo stesso con l’arancione non possiamo dirlo - come per certo è evidente che tantissimi lavoratori di polizia hanno e stanno decostruendo la visione binaria eterosessuale: Polis Aperta ne è l'esempio.
Ci sono poliziott* in divisa che non sono uomini, altr* che non sono eterosessuali e talun* non sono neppure cis. Eppure, la notizia di alcuni collegh* che richiedono l’intervento sindacale perché non trovano idoneo il colore rosa per prestare servizio, ancora oggi, riesce a prendere più spazio di collegh* che vorrebbero indossare i pantaloni ma non possono: forse è questo da capovolgere per far sì che il cambiamento riesca a trapelare attraverso i muri resistenti del pregiudizio.
Polis Aperta approva la richiesta rivolta alla Ministra Bonetti per un incontro, con le Associazioni LGBT+, al fine di migliorare il testo "Strategia nazionale LGBT+" .
Ecco il testo:
Leggiamo oggi in una intervista alla Ministra Bonetti che il Governo è pronto a varare la nuova “Strategia nazionale LGBT+”.
La sua stesura, approvazione e pubblicazione è stata sollecitata da tempo sia dalle associazioni che partecipano al “tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT+” sia da una recente petizione pubblica (allout.lgbt/italylgbtstrategyfbo).
Il testo che il Ministero ha condiviso con le associazioni raccoglie molte delle importanti linee di azione discusse nei tavoli di lavoro, ma è carente sui temi politicamente più impegnativi e manca di fotografare le lacune del quadro giuridico nazionale, in particolare in materia di tutela dei minori e delle famiglie omogenitoriali, su cui tanto la Corte Costituzionale quanto il Parlamento europeo hanno invitato il legislatore ad intervenire, e di tutela contro la violenza basata su orientamento sessuale e identità di genere.
Ringraziando l'UNAR per il lavoro di coordinamento e sintesi, sicuramente non facile nell’attuale contesto, chiediamo alla Ministra di operare ulteriormente per integrare la Strategia Nazionale, rendendola più vicina ai bisogni reali delle persone.
La crisi economico-sociale, i cui effetti sono ormai evidenti, si abbatte in maniera ancora più dura sulle persone che subiscono discriminazioni a livello legislativo e sociale. Sappiamo bene che è compito del legislatore colmare questo divario, ma una strategia efficace costituisce oggi una grande opportunità, attesa da anni, per prevenire le discriminazioni e contribuire ad un cambiamento culturale.
Per questo motivo, prima dell’approvazione della Strategia, le scriventi associazioni hanno richiesto un incontro alla Ministra.
ALFI - AGEDO - Arcigay - ARC - Certi Diritti - Circolo Mario Mieli - Edge - Famiglie Arcobaleno - Gaynet - IGLBC - MIT - NUDI - Libellula - Omphalos LGBTI - Polis Aperta - Quore - Rete Genitori Rainbow - Rete Lenford

Che cos’è e come nasce
La Strategia Nazionale LGBT (Lesbiche – Gay- Bisessuali – Trans) è un documento prodotto dal Dipartimento per le Pari Opportunità e da UNAR per fornire misure ed azioni concrete per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Il testo recepisce la Raccomandazione CM/Rec (2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che si impegna a tutelare i diritti della comunità LGBT promuovendo la parità di trattamento e un piano operativo contro le discriminazioni.
La Strategia è stata elaborata e attuata con il coinvolgimento attivo di istituzioni, società civile, parti sociali e associazioni, che hanno lavorato insieme per definizione di politiche attive in materia di contrasto e prevenzione delle discriminazioni.
La Strategia Nazionale individua quattro assi strategici di intervento. Per ognuno, sono stati messi in luce gli obiettivi e le misure da attuare:
Da: UNAR
Il 3 dicembre 2021, presso l’Auditorium del Grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, si è tenuto il Convegno “Le vittime dell’odio” organizzato dall’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) e dedicato ai crimini dell’odio e alla prevenzione di ogni forma di discriminazione omotransfobica, etnico/razziale, religiosa, e legata alla disabilità. La città di Torino è stata scelta quale prima tappa di una serie di appuntamenti che si replicheranno a livello provinciale e che seguono un evento nazionale già realizzato nel gennaio 2020. L’iniziativa vuole anche testimoniare l’impegno profuso dalle varie Forze dell'Ordine, Forze di Polizia e Forze Armate nel proteggere in modo sempre più efficace le fasce più vulnerabili della società.
Oggi 25 novembre giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, Polis Aperta OdV, associazione lgbt+ di forze di polizia e forze armate, ribadisce che ogni forma di violenza è reato, e come tale va combattuto e condannato. Il revenge porn è un crimine. Un crimine commesso da chi divulga immagini della vita privata di un’altra persona, non da chi vive serenamente la propria sessualità all’interno di rapporti tra adulti consenzienti. Che la vittima di un reato diventi anche vittima sul lavoro e nelle relazioni personali è un capovolgimento della legalità che chi indossa una divisa non puó tollerare. La battaglia contro violenza e supprusi deve partire da qui, dal cambio radicale di prospettiva. Chi umilia, usa violenza o sfrutta altre persone, infrange la legge. E solo chi infrange la legge deve rispondere delle proprie azioni.

