Ieri su "La Repubblica" e a valanga sui vari social è stato riportato che “i poliziotti si sono rifiutati di indossare mascherine in dotazione di colore rosa”, arrivando attraverso sindacato a scrivere al Capo della Polizia, Lamberto Giannini, per la questione.
Da qui, l’opinione pubblica della rete ha sancito che i poliziotti sono affetti da maschilità fragile se non vogliono presentarsi in servizio con una mascherina rosa, in tempi che, tra l’altro, ad avercele delle mascherine ffp2 in dotazione.
In realtà, questa notizia, pecca di diverse fallacie: alcuni poliziotti non sono i poliziotti, un sindacato non è i sindacati. Generalizzare è il gradino preliminare a chi non ha voglia di informare.
Inoltre, se la polizia viene incolpata di non essere abbastanza aperta, avanti, decostruita, meglio non stanno facendo quell* che riportano la notizia parlando di poliziotti unicamente al maschile e di virilità in pericolo: è dal 1981 che le donne hanno avuto accesso ai ruoli di polizia senza distinzioni dei colleghi maschi. Una narrazione dal maschile totalizzante è tanto grave quanto un presunto rifiuto al colore rosa perché va ad alimentare una visione anacronistica delle persone in divisa, contribuendo ad ideologizzazioni e sterotipizzazioni di cui non ha bisogno nessun* né all’interno né all’esterno dei corpi.
Senza creare confutazioni alla tesi di polizia machista, rimanendo in questo frame di interpretazione, c’è da dire che la maschilità egemone, la visione patriarcale ed eteronormata non sono un problema esclusivo delle forze di polizia e delle forze armate, quanto più un problema della società in generale rispetto ai ruoli di genere connotati da un binarismo imperante.
Premettendo che l’Associazione si dissocia dall’istanza sindacale perpetrata da alcuni poliziott*, riteniamo opportuno sottolineare che è scontato vi siano appartenenti alle suddette forze che non trovano idoneo indossare una mascherina rosa - senza voler approfondire la reazione avuta non al colore rosa ma ad un colore non idoneo alla divisa, se avrebbero fatto lo stesso con l’arancione non possiamo dirlo - come per certo è evidente che tantissimi lavoratori di polizia hanno e stanno decostruendo la visione binaria eterosessuale: Polis Aperta ne è l'esempio.
Ci sono poliziott* in divisa che non sono uomini, altr* che non sono eterosessuali e talun* non sono neppure cis. Eppure, la notizia di alcuni collegh* che richiedono l’intervento sindacale perché non trovano idoneo il colore rosa per prestare servizio, ancora oggi, riesce a prendere più spazio di collegh* che vorrebbero indossare i pantaloni ma non possono: forse è questo da capovolgere per far sì che il cambiamento riesca a trapelare attraverso i muri resistenti del pregiudizio.
Polis Aperta approva la richiesta rivolta alla Ministra Bonetti per un incontro, con le Associazioni LGBT+, al fine di migliorare il testo "Strategia nazionale LGBT+" .
Ecco il testo:
Leggiamo oggi in una intervista alla Ministra Bonetti che il Governo è pronto a varare la nuova “Strategia nazionale LGBT+”.
La sua stesura, approvazione e pubblicazione è stata sollecitata da tempo sia dalle associazioni che partecipano al “tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone LGBT+” sia da una recente petizione pubblica (allout.lgbt/italylgbtstrategyfbo).
Il testo che il Ministero ha condiviso con le associazioni raccoglie molte delle importanti linee di azione discusse nei tavoli di lavoro, ma è carente sui temi politicamente più impegnativi e manca di fotografare le lacune del quadro giuridico nazionale, in particolare in materia di tutela dei minori e delle famiglie omogenitoriali, su cui tanto la Corte Costituzionale quanto il Parlamento europeo hanno invitato il legislatore ad intervenire, e di tutela contro la violenza basata su orientamento sessuale e identità di genere.
Ringraziando l'UNAR per il lavoro di coordinamento e sintesi, sicuramente non facile nell’attuale contesto, chiediamo alla Ministra di operare ulteriormente per integrare la Strategia Nazionale, rendendola più vicina ai bisogni reali delle persone.
La crisi economico-sociale, i cui effetti sono ormai evidenti, si abbatte in maniera ancora più dura sulle persone che subiscono discriminazioni a livello legislativo e sociale. Sappiamo bene che è compito del legislatore colmare questo divario, ma una strategia efficace costituisce oggi una grande opportunità, attesa da anni, per prevenire le discriminazioni e contribuire ad un cambiamento culturale.
Per questo motivo, prima dell’approvazione della Strategia, le scriventi associazioni hanno richiesto un incontro alla Ministra.
ALFI - AGEDO - Arcigay - ARC - Certi Diritti - Circolo Mario Mieli - Edge - Famiglie Arcobaleno - Gaynet - IGLBC - MIT - NUDI - Libellula - Omphalos LGBTI - Polis Aperta - Quore - Rete Genitori Rainbow - Rete Lenford

Che cos’è e come nasce
La Strategia Nazionale LGBT (Lesbiche – Gay- Bisessuali – Trans) è un documento prodotto dal Dipartimento per le Pari Opportunità e da UNAR per fornire misure ed azioni concrete per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Il testo recepisce la Raccomandazione CM/Rec (2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che si impegna a tutelare i diritti della comunità LGBT promuovendo la parità di trattamento e un piano operativo contro le discriminazioni.
La Strategia è stata elaborata e attuata con il coinvolgimento attivo di istituzioni, società civile, parti sociali e associazioni, che hanno lavorato insieme per definizione di politiche attive in materia di contrasto e prevenzione delle discriminazioni.
La Strategia Nazionale individua quattro assi strategici di intervento. Per ognuno, sono stati messi in luce gli obiettivi e le misure da attuare:
Da: UNAR
Alessio Avellino, 26enne transessuale appartenente alla Polizia di Stato, sarà alla guida dell’Associazione per il prossimo triennio. Rinnovato anche il Consiglio Direttivo
Si è svolta lo scorso 11 dicembre a Torino l’annuale Assemblea di Polis Aperta, associazione Lgbtqi+ di appartenenti alle Forze di polizia e Forze armate. Nell’occasione i soci, presenti sia fisicamente che collegati da remoto, hanno votato per il rinnovo del Consiglio Direttivo in scadenza e del nuovo Presidente.
A guidare l’associazione per il prossimo triennio sarà Alessio Avellino, giovane agente appartenente alla Polizia di Stato. Dalle votazioni è uscito anche un parziale rinnovo del Consiglio Direttivo. A fare il loro ingresso Roberto Cirillo, in forza alla Polizia Locale di Roma Capitale, Vice Presidente e Segretario con delega ai rapporti con i social media e Simonetta Moro psicologa, appartenente alla Polizia Locale di Bologna con delega alla formazione. All’interno del direttivo sono inoltre stati confermati Gianluigi Tombolato, Polizia di Stato, tesoriere e presidente uscente, Michela Pascali, Polizia di Stato e Segretaria Silp-Cgil con delega ai rapporti istituzionali, Raffaele Brusca, Polizia di Stato e delegato al coordinamento Pride e Daisy Melli, Polizia Locale di Reggio Emilia con delega ai rapporti con la stampa.
Al momento Alessio Avellino, 26enne di Napoli, PhD in Scienze sociali e statistiche per studi di genere alla Federico II di Napoli - e tra i primi transessuali a far parte della Polizia di Stato - ha voluto sottolineare che: “Sono un agente di Polizia di Stato trans* FtM e ancora oggi non è una cosa scontata: ringraziando la fiducia dei soci nonostante la mia giovane età, l’intenzione è quella di portare Polis Aperta ad essere un supporto emotivo e non, sempre più concreto per altrə colleghə, favorendo la conoscenza delle identità non conforming e degli orientamenti non eterosessuali sia all'interno dei corpi di polizia che all'esterno. L’immaginario collettivo che vede un appartenente delle forze di polizia contrapposto alla coscienza sociale che sviluppa una persona LGBT+ autodeterminandosi deve essere trasformato: la rivoluzione passa anche dalle divise che non si uniformano e dalle uniformi che non si dividono”.
Il neoeletto direttivo dell’associazione desidera rivolgere un sentito ringraziamento ai consiglieri uscenti Simone Bragaglia, Giuseppe Caputo e Andrea Gallo, sia per il puntuale e preciso lavoro svolto lo scorso triennio e soprattutto per l’impegno e la lucidità dimostrata nei momenti difficili attraversati in questi anni.
Polis Aperta è un’associazione culturale Onlus nata nel 2005 per volontà di alcune persone omosessuali e in divisa che seguendo l’esempio dei vari corpi europei di polizia hanno voluto dar vita ad un'associazione fino a quel momento impensabile, un organismo che riunisse il popolo Lgbtiqi+ delle Forze dell'Ordine e Forze Armate che grazie alla visibilità del direttivo e dei membri decostruisse il tabù dell’omosessualità all'interno dei suddetti corpi. Da allora di strada ne è stata fatta, anche se il cammino è ancora lungo da percorrere. Oggi, infatti, non solo le persone lgbtqi+ in divisa sono una realtà presente e rispettata all'interno dei corpi di polizia e delle forze armate ma tra gli obiettivi del prossimo futuro sono principalmente presenti la collaborazione con le istituzioni e la formazione rivolta agli appartenenti - e non solo - per costruire una realtà sempre più inclusiva.
#polisaperta
#diversamenteuniformi
Ddl Zan, occorre subito un cambio di passo per combattere le aggressioni a sfondo omofobico
“Non vi vergognate?” E’ la domanda che precede un’aggressione a due ragazzi alla fermata della metro di Valle Aurelia a Roma, la loro “colpa” secondo l’aggressore è quella di essersi scambiati un bacio. Una domanda e un racconto di ordinaria omofobia che raccontano molto della storia italiana: un paese chiuso e prevaricante dove le differenze e la diversità invece di arricchire devono essere nascoste alla vista.
Invece no. Polis Aperta, associazione Lgbtq+ di appartenenti a forze di polizia e forze armate, non presterà il fianco al tristemente famoso “non chiedere non dire”, perché non ci vergognamo dell’unico sentimento che arricchisce la vita umana, l’amore. Non ci vergognamo di essere come siamo e di amare chi vogliamo. Ci vergognamo, invece, di una cultura patriarcale e antistorica che esclude mentre, chi, come noi, vive ogni giorno con la divisa addosso, lavora per aiutare tutta la popolazione, senza distinzione di razza sesso e orientamento sessuale. Ci vergognamo dei tempi biblici per l’approvazione del Ddl Zan che dovrebbe dare alla giustizia, e a chi la rappresenta, uno strumento in più per tutelare le vittime di violenze e aggressione, una legge che da anni giace in parlamento. Osteggiata soprattutto da quei parlamentari che davanti a episodi violenti come quello di Valle Aurelia laciano, indignati, proclami sui social per avere qualche like in più.
Adesso basta. Non solo basta alla violenza che Polis Aperta ha sempre ripidiato, ma basta all’uso dei proclami e delle parole vuote sui social senza che si traducano nell’approvazione effettiva di uno strumento di legge. L’Italia, da sempre culla della cultura, non merita di essere stigmatizzata come l’ultimo baluardo europeo del machismo tossico e violento.
Per tale motivo Polis Aperta chiede l’approvazione immediata del Ddl Zan e una formazione dei corpi militari e di polizia che stia al passo con la storia. Noi non ci vergognamo, siamo fieri di essere quello che siamo, ora siate anche voi fieri delle vostri proclami e traducete le parole d’indignazione in fatti. In legge. Altrimenti a vergognarvi dovreste essere voi.
Emergenza Covid, donati 2440 euro dai soci di Polis Aperta. Con le donazioni alla Croce Rossa di Nichelino (To) e ad Argento Vivo di Calvagese (Bs) si è conclusa l'iniziativa "Polis Aperta raddoppia" la raccolta fondi lanciata dall'associazione alla fine dello scorso aprile per contrastare l'emergenza sanitaria in corso. Grazie alla generosità e alla grande partecipazione dei soci in poco meno di un mese sono stati raccolti oltre 1200 euro, fondi che Polis Aperta, unica associazione italiana di persone lgbtq+ in divisa, ha deciso di raddoppiare utilizzando i fondi del proprio bilancio arrivando così ad una raccolta di quasi 2500 euro. La somma raccolta è stata destinata ai territori più colpiti dall'epidemia, in particolare alla Croce Rossa di Nichelino nel torinese in memoria di Angelo Casamassa, socio di Polis prematuramente scomparso nel 2019 e all'associazione Argento vivo di Calvagese (Bs) in memoria di Alessandro Saramondi uno dei soci fondatori di Polis il cui impegno civile ha dato tanto a tutti quelli che lo hanno conosciuto. A chiusura dell'iniziativa Polis Aperta vuole ringraziare, dal più profondo del cuore, gli iscritti per la generosità e l'impegno mostrati in un momento difficile per tutto il Paese. In questi mesi forze di polizia e forze armate sono stati tra i lavoratori in prima linea per contenere la diffusione della malattia, l'entusiasmo mostrato dai soci, nell'aderire all'iniziativa, è motivo di orgoglio per tutti noi. Nel mese dedicato al Pride poter affermare di essere gay, lesbiche, trans o bisex, di essere lavoratori in divisa e soggetti attivi all'interno della società ci riempie di orgoglio e di voglia di fare sempre meglio.
Cliccando qui potrete visionare il Rendiconto raccolta fondi e relazione Polis Aperta raddoppia
Di fronte all’ennesima aggressione a sfondo omobitransfobico avvenuta nella notte dello scorso venerdì a Padova, Polis Aperta, chiede a gran voce un cambio di passo delle Istituzioni.
Il 12 ottobre riprenderà la discussione sulla legge contro l’omofobia e la misoginia. Approvarla è doveroso Ma occorre un salto di qualità. Non si tratta più di approvare un provvedimento contro i crimini omotransfobici e mossi da misoginia, legge doverosa e che l’Italia attende da anni, ma di incidere sulla mentalità maschilista e discriminatoria che ammorba questo Paese. L’immediata approvazione della legge deve essere un punto di partenza per restituire dignità ai cittadini. Gli efferati omicidi di Willy e di Maria Paola non sono tragedie o fatalità, sono, inequivocabilmente, il frutto avvelenato del culto di prevaricazione delle minoranze. Un linguaggio di violenza che allontana il nostro Paese dalla civiltà. Ebbene, questo processo va fermato. Fermato con una legge e con cultura giuridica che riconosca e persegua tali reati. Fermato risvegliando le coscienze civili e promuovendo la cultura del rispetto reciproco. Non vogliamo più leggere di aggressioni o piangere vittime, serve una svolta e serve ora.
dire basta alle aggressioni omobitrasfobiche.pdf
PER DIFENDERSI DA OGNI DISCRIMINAZIONE
Polis Aperta celebrerà così la Giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia - Idahot - in programma domenica 17 maggio.
Un'occasione d’incontro virtuale che Polis Aperta, l’associazione italiana che raccoglie appartenenti alle Forze di Polizia e Forze Armate Lgbt+, ha realizzato a beneficio di tutte e tutti; un nuovo e più aggiornato vademecum contro le discriminazioni. Dopo quello creato nel 2011, il vademecum 2020 è stato studiato come una mini guida di dieci pagine per aiutare e incoraggiare a sporgere denuncia chi è vittima di crimini d’odio a causa del proprio orientamento sessuale. All’interno, inoltre, informazioni su aspetti legali non meno importanti quali famiglia e diritto del lavoro. Nonostante la grave mancanza di una legge specifica, i crimini d’odio sono comunque reati. Chi si macchia di tali crimini deve essere perseguito. Far emergere il più possibile questi atti deplorevoli è uno degli obiettivi in cui Polis Aperta crede fermamente. Per il senso di giustizia, che da sempre appartiene a chi sceglie di indossare una divisa, e perché denunciare un reato rimane la via principale per scrivere nero su bianco quanto sia necessario ottenere una tutela legislativa specifica, purtroppo ancora assente nel nostro ordinamento giuridico. Sono quotidiane, e sotto gli occhi di tutti, le notizie che raccontano di violenze, soprusi, discriminazioni e umiliazioni ai danni di persone lgtb+ di ogni età. Ondate di odio che, a volte, portano a conseguenze tragiche, all’omicidio o al suicidio di chi le subisce. Polis Aperta ritiene che tutto ciò non sia degno di un Paese civile. La violenza deve essere fermata ad ogni costo. Questo l’obiettivo del “Vademecum dei diritti - 2020” difendere giorno per giorno i diritti faticosamente ottenuti e aprire la strada alle conquiste civili che ancora non hanno ottenuto la doverosa cittadinanza nell’ordinamento giuridico del nostro Paese. Polis Aperta ringrazia l’avvocato Matteo Mammini per la collaborazione nell’elaborazione del nuovo vademecum. Un sentito ringraziamento, inoltre, a chiunque vorrà condividere la brochure contribuendo a diffondere la cultura della convivenza civile e della legalità.
Il Direttivo di Polis Aperta
per contatti stampa.polisaperta@gmail.com
Venerdì 31 gennaio alle ore 20,30 presso la Palestra Visconti del circolo ARCI Bellezza di Milano serata “DIVERSAMENTE UNIFORMI”. INGRESSO RISERVATO AI SOCI ARCI
A partire dalle 20,30 presentazione del libro"Questo odio non ti somiglia - Omosessualità in divisa” di Carlo Scovino. Modera il giornalista Gianluca Tizi.
A seguire saluto di Gianluigi Tombolato, presidente di PolisAperta, associazione nata nel 2005 per volontà di un gruppo di rappresentanti delle forze di polizia e delle forze armate, che condividono, oltre alla professione, anche l'orientamento affettivo omosessuale.PolisAperta fa parte della rete europea - EGPA - di associazioni LGBT di polizia, l'European Gay Police Network.
L'obiettivo principale è di lottare contro tutte le discriminazioni e in special modo contro quelle fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Inoltre, si prefigge di affrontare, all'interno del mondo militare e delle forze di polizia, la questione sessuale in modo da creare un ambiente più sereno e più rispettoso delle persone gay e lesbiche che servono il Paese in uniforme.
L'associazione intende anche trasmettere alla popolazione gay e lesbica, e non solo, una diversa immagine della funzione di polizia, cioè di una polizia aperta in una società aperta.
Per la natura dei propri obiettivi l'associazione comprende tra gli iscritti anche persone ad orientamento eterosessuale ed appartenenti alla società civile.
A seguire concerto di The Good News Female Gospel Choir, coro di donne lesbiche, eterosessuali e bisessuali, nato nel settembre del 2012. Dalla sua fondazione si è esibito in più di settanta concerti, molti a scopo benefico, nell’ambito della lotta alle discriminazioni e alla violenza sulle donne. È un “work in progress” continuo, dedicato al miglioramento musicale e – in linea con la profonda convinzione che la diversità sia la vera forza – mirato al cambiamento sociale. Il repertorio, in continua trasformazione, spazia dai classici del gospel moderno e tradizionale ai brani del panorama pop, rivisitati in chiave corale. Per ciascuna occasione, vengono selezionati testi e create immagini di cui più di una trentina di donne si fanno portatrici.
Nell’ambito della serata è prevista una raccolta fondi a favore di PolisAperta
Polis Aperta, associazione che riunisce lavoratori lgbti+ delle forze di polizia e delle forze dell’ordine, esprime una ferma condanna per l’aggressione verbale subita nel pomeriggio di ieri da una volontaria trans che faceva campagna per la prevenzione dell’Hiv. Condanna e preoccupazione, non solo si tratta di un primo grave episodio in una città storicamente aperta alla diversità come Reggio Emilia, ma perché la 24enne stava utilizzando il proprio tempo libero per informare tutta la cittadinaza sui rischi di una grave malattia come l’hiv. Oggi, primo dicembre giornata mondiale della lotta all’Aids, preme infatti ricordare che non si tratta affatto di una malattia debellata o “riservata” a qualche categoria particolare ma colpisce tutti indistintamente, soprattutto i giovani. La volontaria stava dunque svolgendo un servizio per tutti, soprattutto per i giovani reggiani indipendentemente dal loro orientamento sessuale o dall’identità di genere. Come Polis Aperta vorremmo sottolineare che l’intervento della Polizia di Stato ha aiutato a calmare gli animi proteggendo le vittime e identificando gli autori dell’aggressione verbale. Chi come noi indossa una divisa, lavora ogni giorno con professionalità e dedizione per difendere i cittadini e le leggi dello Stato, in assenza di una aggravante specifica che condanni i reati di omofobia anche il nostro lavoro è reso più difficile. Per questo da anni Polis aperta chiede a gran voce una legge contro l’omotransfobia. Una legge che individui i reati d’odio e mette le forze di polizia in grado di tutelare al meglio le vittime.
Due giorni di incontro per nuove strategie e ricordo di Angelo Casamassa
Si è svolta lo scorso week end la seconda assemblea annuale dei soci di Poli Aperta. Durante il meeting nella sede di CasArcobaleno di Torino è stato lanciato il nuovo sito dell’Associazione. Ospite d’onore il presidente dell’Egpa, European glbt police association, Alain Parmentier che ha presenziato sia all’assemblea di sabato 5 sia all’omaggio che soci, parenti e amici hanno voluto fare all’agente di Polizia Locale di Nichelino, Angelo Casamassa.
Durante l’assemblea Il presidente di Egpa ha portato i saluti di tutte le associazioni europee partners di Polis Aperta e ha ribadito l’importanza ed il valore per le persone in cerca di supporto. Missione da sempre nel Dna di Polis Aperta che da anni lancia campagne informative on line, attraverso i social network e creando occasioni di contatto con la società. A questo proposito il Consiglio Direttivo ha presentato un nuovo progetto teso a contrastare le discriminazioni realizzato grazie al qualificato supporto dell’avvocato penalista Matteo Mammini.
Il piano d’azione per rendere la battaglia contro i pregiudizi sempre più incisiva è stato il protagonista del dibattito fra i soci. Segno evidente che l’ideale alla base dell’associazione, costituire un ponte fra la comunità Lgbti e il cuore dello Stato, cioè forze di polizia e forze armate, è sempre più un’esigenza irrinunciabile per il progresso della società. Chi indossa la divisa ha scelto di mettersi al servizio di tutti i cittadini comprese le minoranze. Polis Aperta lavora ed esiste perché il ruolo protettivo delle forze di polizia, non venga mai meno. Oggi e domani, come ieri, l’azione di Polis non si ferma, grazie a campagne informative, dibattiti pubblici e attività di formazione dirette agli agenti che ogni giorno su strada si confrontano con tutta la società, l’obbiettivo è abbattere il muro del pregiudizio. È evidente infatti che solo mostrandoci per come siamo, mettendoci a servizio di tutta la società potremo diventare il cambiamento che vorremmo vedere realizzato nel nostro Paese.

