Ddl Zan, occorre subito un cambio di passo per combattere le aggressioni a sfondo omofobico
“Non vi vergognate?” E’ la domanda che precede un’aggressione a due ragazzi alla fermata della metro di Valle Aurelia a Roma, la loro “colpa” secondo l’aggressore è quella di essersi scambiati un bacio. Una domanda e un racconto di ordinaria omofobia che raccontano molto della storia italiana: un paese chiuso e prevaricante dove le differenze e la diversità invece di arricchire devono essere nascoste alla vista.
Invece no. Polis Aperta, associazione Lgbtq+ di appartenenti a forze di polizia e forze armate, non presterà il fianco al tristemente famoso “non chiedere non dire”, perché non ci vergognamo dell’unico sentimento che arricchisce la vita umana, l’amore. Non ci vergognamo di essere come siamo e di amare chi vogliamo. Ci vergognamo, invece, di una cultura patriarcale e antistorica che esclude mentre, chi, come noi, vive ogni giorno con la divisa addosso, lavora per aiutare tutta la popolazione, senza distinzione di razza sesso e orientamento sessuale. Ci vergognamo dei tempi biblici per l’approvazione del Ddl Zan che dovrebbe dare alla giustizia, e a chi la rappresenta, uno strumento in più per tutelare le vittime di violenze e aggressione, una legge che da anni giace in parlamento. Osteggiata soprattutto da quei parlamentari che davanti a episodi violenti come quello di Valle Aurelia laciano, indignati, proclami sui social per avere qualche like in più.
Adesso basta. Non solo basta alla violenza che Polis Aperta ha sempre ripidiato, ma basta all’uso dei proclami e delle parole vuote sui social senza che si traducano nell’approvazione effettiva di uno strumento di legge. L’Italia, da sempre culla della cultura, non merita di essere stigmatizzata come l’ultimo baluardo europeo del machismo tossico e violento.
Per tale motivo Polis Aperta chiede l’approvazione immediata del Ddl Zan e una formazione dei corpi militari e di polizia che stia al passo con la storia. Noi non ci vergognamo, siamo fieri di essere quello che siamo, ora siate anche voi fieri delle vostri proclami e traducete le parole d’indignazione in fatti. In legge. Altrimenti a vergognarvi dovreste essere voi.