L’inquietante vicenda di Padova, dove la procura ha deciso si impugnare 33 atti di nascita di famiglie omogenitoriali cancellando di fatto il diritto di ogni bambino ad avere legalmente due genitori, non è solo una brutta pagina nella storia del nostro Paese, getta un’ombra sul futuro di tutta la società: perché si è scelto di individuare un nemico, stigmatizzando le famiglie che non corrispondono al paradigma eternormativo della società. Una scelta che ferisce gli adulti ma che punisce soprattutto i bambini, il futuro della nostra società. Ragazzə derubatə del diritto fondamentale alla famiglia da quello Stato che invece dovrebbe garantire “l’interesse superiore del minore. Invece assistiamo, ormai quotidianamente, a un clima sempre più discriminante nei confronti della comunità Lgbtqia+ utilizzata, assieme ai migranti e agli ultimi della società, come strumento di distrazione di massa dai veri problemi del Paese, dall’immobilismo legislativo alla difficoltà socioeconomiche dell’attuale momento storico.
La disgregazione del tessuto sociale, a cui assistiamo anche durante il servizio, spesso senza avere a disposizione strumenti legislativi per poter intervenire come lavoratorə in divisa, non è certo colpa di chi ha deciso costruire una famiglia o di chi partecipa ai Pride mostrando con orgoglio un corpo a volte riconquistato con fatica e strappato allo stigma, è un processo che va fermato ad ogni costo, mettendo in campo la coscienza civile di ciascuno di noi. In questo momento storico così buio auspichiamo perciò che tutta la comunità Lgbtqia+ sappia unirsi, al di là di ogni divergenza, per fare fronte comune e opporsi alla deriva oscurantista e alle tendenze inquisitorie che ci vorrebbero cancellati e sottomessi al paradigma patriarcale.