Eravamo tra i 20mila del Toscana Pride, sabato 7 settembre. Fra quei ventimila c'era anche Polis Aperta, con il nostro striscione e con i nostri corpi "indomitə e fierə” liberi e libere di essere noi e di rivendicare questa libertà anche all'interno del nostro posto di lavoro. Liberi e libere di essere noi con la divisa che portiamo perché consapevoli di rappresentare nel profondo i valori costituzionali di pluralismo e democrazia. Un grande ringraziamento va all'organizzazione del Toscana Pride per aver creduto nelle soggettività plurali del movimento senza mai arretrare di un passo. E' stata una bellissima esperienza, grazie soprattutto alle persone che vedendoci passare ci hanno applaudito e sostenuto: noi abbiamo rotto il silenzio ma i cambiamenti reali che vogliamo da questa società si raggiungono solo camminando insieme
Il Pride month è iniziato, Polis Aperta parteciperà alla sfilata di Roma nel segno del rispetto e dell’inclusione per non smettere mai di lottare per una pari dignità sociale di tuttə le persone
Polis Aperta ha preso parte all'incontro di Barcellona per combattere i crimini di odio. Il 18 ed il 19 marzo all'interno del Centre Lgbti di Barcellona si è tenuto l'incontro organizzato da Egpa Police e dal Council of Europe con le associazioni Lgbtqia+ per forze di polizia e forze armate, tra cui Polis Aperta grazie alla partecipazione di Monica Giorgi. Finalità dell'incontro l'organizzazione di gruppi di lavoro e di discussione all'interno dei quali potessero emergere suggerimenti per migliorare e adeguare alle nuove realtà sociali il manuale "Policing Hate Crime against Lgbti persons - training for a Professional Police Response". Dal confronto è emersa l'importanza di un dialogo continuo e vivo tra società civile, associazioni e forze di polizia, allo scopo di fornire alle vittime di crimini d'odio, condizioni che favoriscano l'ascolto e l'accoglimento da parte di operatori preparati e sensibilizzati sul tema. Per raggiungere tale risultato gli attori sociali devono fare rete costruendo network in grado di dare risposte alle vittime. Il nostro lavoro, come operatori di polizia, è quello di far rispettare la legge in questo caso, tuttavia, il tema è il rispetto dei diritti umani, ed è riduttivo pensare che si tratti "solo" di rivendicazioni legate alla comunità Lgbtqia+ quando si tocca la sfera dei diritti inalienabili della persona. Sicuramente, il lavoro di un agente di polizia quando si trova di fronte alla vittima di una crimine non è semplice, per tale motivo è importante che la comunità sappia che siamo attivisti e possa fare affidamento sul nostro operato. In prospettiva questa visibilità avrà riflessi positivi anche a livello lavorativo: i crimini d'odio devono essere combattuti, ma soprattutto occorre prevenirli per costruire un futuro migliore. "The more you train, the better you gain".
Il manuale è scaricabile gratuitamente al seguente link:
https://edoc.coe.int/en/lgbt/7405-policing-hate-crime-against-lgbti-persons-training-for-a-professional-police-response.html
La lentezza e la resistenza ai cambiamenti sono radicate nella nostra cultura. E nei nostri ambienti lavorativi persistono pregiudizi e stereotipi nei quali è prima di tutto immersa la nostra società: vi sarà capitato di sentire colleghi e, purtroppo, talvolta anche colleghe - perché per essere maschilisti non occorre per forza di cose essere maschi – dirsi conviti che se una collega si veste per esempio in un certo modo, ciò significhi inequivocabilmente una sua disponibilità sessuale, oppure che lo fa perché ha ottenuto o vuole ottenere qualcosa. Troppe volte abbiamo sentito “misurare” la professionalità delle colleghe valutandole anche in base al presunto numero di partners avuti.
Chi non vive la discriminazione non capisce la necessità e l’importanza di determinate questioni. La parte della popolazione che detiene il privilegio, non si accorge che esiste una marginalizzazione di una certa categoria, che non sempre è una minoranza – nel caso delle donne non lo è per esempio, le donne sono una minoranza all’interno delle Forze Armate e di Polizia ma costituiscono il 50% della popolazione mondiale – e quando ciò viene fatto notare, le cose che ci vengono dette sono più o meno sempre le solite: “Ah ma siete esagerati, siete esagerate, vabbé ma non sarà proprio così, ormai la parità si è raggiunta, eh vabbé però che noia, non è che poi vivete così male, dipende anche da te come vi ponete, forse quello che pensate di subire in realtà lo subite perché siete dei rompiscatole, non perché donna/gay/nera”. Questa cosa qua, negare la discriminazione dell’altro nei termini in cui l’altro la vive, è un modo di esercitare il privilegio.
Come Polis Aperta non smetteremo di lottare per i nostri diritti non solo perché sia nella nostra professione che nell’ambito di questa associazione lavoriamo al servizio della giustizia sociale, ma anche perché non farlo priverebbe le generazioni future degli strumenti per difendere quei diritti.
Oggi è l’8 marzo, non la "festa della donna", ma la lotta per un mondo meno discriminante.
Decise le date per l'assemblea primaverile di Polis Aperta: sabato 24 e domenica 25 febbraio a Sasso Marconi (Bologna). Per rispondere all'esigenza di avere una maggior socializzazione e un momento di incontro tra noi, dopo il Covid ne sentiamo il bisogno tutti, abbiamo optato per una struttura in grado di offrire spazi adeguati per assemblea, momenti conviviali compresa la possibilità per i partecipanti di pernottare all'interno. A breve potremo fornire maggiori dettagli con preventivi e programma delle due giornate... Stay tuned!
Con l’inizio del 2024 si apre al campagna tesseramento di Polis Aperta intitolata “Al servizio dei diritti”. Non un titolo a caso, ma che intende sottolineare come chi indossa una divisa, che appartenga all’esercito o ad una forza di polizia si metta al servizio delle cittadine e dei cittadini, a tutela della pubblica incolumità e diritti, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere di ciascun3.
Può iscriversi a Polis Aperta tutto il personale in forza ai corpi di Polizia, Forze Armate nonché gli appartenenti alle categorie indicate all’Art. 5 dello Statuto vigente:
“I soci ordinari sono coloro che condividono gli scopi dell’associazione e aderiscono ad essa versando la quota associativa annuale. Essi sono gli/le appartenenti alle Forze di Polizia nazionali e locali ed alle Forze Armate italiane in servizio ed in quiescenza, i/le dipendenti civili dei Ministeri dell'Interno, della Difesa e della Giustizia, i Vigili del Fuoco e gli/le appartenenti alla CRI, i loro amici/che e i/le partner, di qualunque orientamento sessuale.” Scopo dell’associazione è la promozione dei diritti della comunità Lgbtqia+, il contrasto alle discriminazioni sia all’interno dell’ambiente di lavoro che nella società civile e la formazione al personale in divisa per il contrasto ai crimini d’odio e alla violenza di genere.
Ogni altra richiesta di affiliazione all’associazione dovrà essere sottoposta al direttivo che potrà approvare o respingere la domanda. Chiunque condivida gli obiettivi di Polis Aperta può comunque sostenere la causa anche senza associarsi effettuando una donazione. In tal caso, se gradito, verrà trasmessa all’indirizzo email una tessera di sostenitore.
Per info iscrizioni.polisaperta@gmail.com
Vi aspettiamo! #diversamenteuniformi
L’associazione Frame ha organizzato lo scorso 16 dicembre all’interno del Cassero di Bologna un meeting per agevolare l’incontro del mondo della scuola con l’associazionismo Lgbtqia+.
L’evento era rivolto a docenti, insegnanti, educatrici e educatori, personale che a vario titolo lavora nella scuola secondaria di primo e secondo grado con lo scopo di prevenire il disagio giovanile e gli atti di bullismo nei confronti di studenti che si riconoscono nella comunità arcobaleno. Oltre a Frame, associazione attiva nella formazione scolastica, e a Polis Aperta all’incontro hanno partecipato numerose associazioni del movimento Lgbtqia+: Cassero - Gruppo Scuola, Gruppo Trans, Famiglie Arcobaleno, Centro Documentazione Cassero, Centro Risorse Lgbti+ (si occupano di ricerche), Agedo e Mit. Per Polis aperta hanno preso parte all’incontro Carlo Scovino e Marcello Libriani.
L’incontro ha visto una mattinata di confronto tra le associazioni, Polis Aperta ha posto l’accento sulla formazione che stiamo attivando per i/le nuovi/e assunti/e, nei corpi di Polizia, sul collegamento con Oscad – Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori - e al lavoro fatto in rete con altre associazioni per mettere in campo eventi formativi rivolti agli agenti già in servizio. In particolare è stato presentato il progetto “Bullismo e non solo” Scuola promosso da Agedo Lecce al quale ha preso parte anche uno dei nostri soci. Nel pomeriggio, infine, sono state nel presente alla comunità educante le azioni e le pratiche che hanno avuto il maggior riscontro in termini di efficacia. Il confronto ha permesso di raccogliere i bisogni degli educatori/corpo docente nei confronti delle tematiche sviscerate per una progettualità futura che consenta una sempre maggiore efficacia educativa
PROMOTORI: Associazione di Promozione Sociale F.R.A.M.E. (Alessandro Loforte), via San Lorenzo 22, Bologna - info@associazioneframe.it - www.associazioneframe.it
Il tempo dei diritti sembra per alcuni aspetti oggi trascurato, travolto dall’odio e dalla violenza ed essi sembrano una parola priva di futuro: invece dobbiamo ostinarci, ad esplorare nuovi territori di dialogo, di libertà e di dignità, responsabilità e appartenenza per poter assegnare alla parola “diritti” la sua capacità di generare rispetto e tutela della vita. Di fronte alle nuove sfide di tutela dei diritti umani di tutte e tutti, Polis Aperta con la sua quotidiana attività di testimonianza di storie, di volti, di esperienze, ma anche di sofferenze e bisogni, diventa ancor di più un “luogo” dove possiamo reclamare insieme il rispetto dei diritti attraverso la pratica della denuncia, dell’informazione, dell’educazione e della sensibilizzazione. Questo libro non ha ovviamente la presunzione di essere esaustivo e definitivo ma intende offrire un contributo su alcune riflessioni in materia di omosessualità, identità di genere e orientamenti sessuali sugli spazi e suoi luoghi che li abitano: questioni, tra l’altro, finalmente entrate nel dibattito pubblico anche se talvolta ancora alcune espressioni mi lasciano senza fiato (la barbarie della civiltà, la dissoluzione dei valori, la limitazione delle libertà, ecc.). Affermare la libertà di scelta dell’individuo e la sua uguaglianza davanti alla legge rappresenta la pietra miliare di Polis Aperta. L’introduzione di questo libro è stata affidata a Emanuele Russo, past president della Sezione Italiana di Amnesty International. Nel primo capitolo viene affrontato il tema della città come luogo di emancipazione e visibilità e viene presentata una breve descrizione delle città di San Francisco, Londra e Torino. Nel secondo vengono descritti gli spazi e i luoghi della comunità Lgbtiq+. Nel terzo capitolo viene approfondito il “caso” spagnolo prima, durante e dopo la dittatura di Francisco Franco. Nel quarto capitolo si riflette sul concetto di assimilazione ed emancipazione con uno sguardo particolare al movimento trans. La stesura di questa parte è stata redatta da Marina Malgeri. Il quinto capitolo esamina la sessualità, le relazioni e l’amore attraverso la lente della legge. Nel sesto e ultimo capitolo vengono descritte le città di Sitgez, Mykonos e Torre del Lago come possibili spazi e luoghi di liberazione o isolamento identitario. Il testo termina con una ricca bibliografia e sitografia e un glossario. Il libro ha ricevuto il patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International e i diritti d’autore saranno interamente devoluti a Polis Aperta. Questo libro è idealmente dedicato a tutti coloro che lottano per affermare i diritti di tutti e di tutte, dei ragazzi che continuano a suicidarsi per la vergona di essere omosessuali, dei figli adottati o nati dalla maternità surrogata, delle coppie omosessuali e delle persone transgender che condividono cammini di amore, solidarietà e affetto nonostante le temperie umane, le omissioni politiche e le negazioni legislative.
Note biografiche:
Carlo Scovino vive a Milano e lavora in ambito sociale e formativo da oltre 30 anni. Ha collaborato per molti anni con il Prof. Claudio Mencacci, past president della Società Italiana di Psichiatria. È laureato in Scienze della Formazione e svolge da molti anni un’intensa attività di formazione e sensibilizzazione su temi di carattere sociologico, civile e sociosanitario presso Scuole Medie Superiori, Università, all’estero (in Iraq per conto dell'UNICEF), associazioni del privato sociale e del no-profit. Ha pubblicato numerosi articoli su tematiche sociali, sull’empowerment, sui diritti umani, sulla diversity e sull’inclusion ed ha partecipato a numerosi convegni e seminari in Italia e all’estero. Ha inoltre già pubblicato numerosi libri su tematiche LGBT+. Ha conseguito il Master Monitoring the Human Rights of LGBTI+ Persons promosso da Global Campus of Human Rights e dalla Comunità Europea e l’Executive Master di II livello EMMAS (dirigenti strutture sanitarie e socioassistenziali) c/o l’Università Bocconi di Milano.
Si è concluso la scorsa settimana il corso di formazione su temi Lgbtqia+ dedicato al personale in divisa e operatori dello Sportello anti-discriminazione di Bologna. Il corso di 18 ore suddiviso in tre giornate ha visto la partecipazione di 53 corsisti, di cui 48 della polizia locale, 3 operatori della polizia di stato (un commissario della squadra mobile e 2 ispettrici dell’Ufficio denunce della Questura), due luogotenenti del Comando dei Carabinieri di Bologna e 3 operatrici dello Sportello anti-discriminazione di Bologna.
La formazione curata da Polis Aperta in collaborazione con il Comune di Bologna e in partnership con Famiglie Arcobaleno Emilia Romagna e Gaylex, rientra tra le azioni del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti e delle persone e della comunità Lgbtqia+ nella città di Bologna 2022-2026, ed è stata pensata per rispondere alle necessità di disporre all’interno dei diversi posti di polizia di personale qualificato e professionale per l'accoglienza delle vittime della comunità Lgbtqia+. Al corso ha preso parte, portando la loro esperienza, anche il mondo dell’associazionismo Lgbtqia+ bolognese, in particolare: Linea Lesbica Antiviolenza, Sportello Antiviolenza Spazio Cassero, Mit - Movimento Identità Trans e Gruppo Trans Bologna. Formare gli operatori in divisa è un’esigenza sentita sia per tutelare le persone, soprattutto nei momenti difficili in cui si trovano a dover sporgere denunce mettendo a nudo aspetti intimi della vita privata, sia per accrescere il livello di sensibilità degli operatori sul territorio in modo da poter cogliere segnali di eventuali crimini d’odio e prevenirli nelle loro più spregevoli conseguenze. Il corso, è stato pensato in continuità col progetto Super per il contrasto ai crimini d’odio basati su razza ed etnia, per formare forze di polizia in grado di contrastare di tutti i reati nati da pregiudizi e intenti discriminatori.
HANNO DETTO - “L’obiettivo dell’azione formativa – ha sottolineato Alessio Avellino, presidente di Polis Aperta – era coinvolgere gli agenti per predisporre un’azione di reale contrasto all’omo-lesbo-bi-trans-negatività sul territorio dove gli agenti svolgono il loro servizio quotidiano. Il nostro ruolo di tutela del cittadino e della vittima vulnerabile di un crimine deve diventare una risorsa per la comunità lgbtqia+. Dobbiamo poter offrire un posto sicuro per tuttə”.
“ Questo percorso formativo, parte delle politiche dell'Amministrazione per il contrasto e la prevenzione della violenza omolesbobitransfobica, credo sia un esempio di una buona pratica – ha dichiarato Emily Marion Clancy vicesindaca di Bologna - Sono particolarmente contenta per la partecipazione, la qualità dei contenuti e le collaborazioni ampie che hanno caratterizzato il percorso. Voglio fare un ringraziamento speciale a tutte le agenti e tutti gli agenti che hanno deciso di far parte dell'unità speciale tutela delle persone vulnerabili, un servizio che avvicinerà ancora di più l'istituzione alle cittadine e cittadini.
Così come alle tante associazioni lgbtqia+ e del terzo settore che hanno preso parte a questo percorso. Polis Aperta ha infatti aperto la formazione alla partecipazione di molte altre associazioni con le quali condivide la sottoscrizione del Patto Generale di Collaborazione per la promozione e la tutela delle persone e della comunità lgbtqia+, un patto che vuole favorire lo scambio e la condivisione tra l'Amministrazione e le associazioni e tra le diverse associazioni tra loro, perché su questi temi ci si muova come comunità”.
Si terrà a Reggio Emilia il prossimo 5 novembre il Convegno dal titolo "Discriminat* dentro e fuori le istituzioni - aprire un dialogo per contrastare insieme i crimini d'odio" organizzato da Polis Aperta, e che vedrà la partecipazione di numerosi relatori, tra cui Alain Parmentier (Presidente di E.G.P.A. associazione europea forze dell'ordine lgbt+), di Marwa Mahmoud (Consigliera Comunale del Comune di Reggio Emilia e Presidente della Commissione consiliare "Diritti umani, pari opportunità e relazioni internazionali") di Alessio Avellino (Presidente di Polis Aperta), Tony Andrew (Presidente e Responsabile Migranti di Arcigay Reggio Emilia). Al convegno parteciperanno appartenenti alle varie Forze dell'Ordine con la possibilità di dibattito finale.