Si è concluso la scorsa settimana il corso di formazione su temi Lgbtqia+ dedicato al personale in divisa e operatori dello Sportello anti-discriminazione di Bologna. Il corso di 18 ore suddiviso in tre giornate ha visto la partecipazione di 53 corsisti, di cui 48 della polizia locale, 3 operatori della polizia di stato (un commissario della squadra mobile e 2 ispettrici dell’Ufficio denunce della Questura), due luogotenenti del Comando dei Carabinieri di Bologna e 3 operatrici dello Sportello anti-discriminazione di Bologna.
La formazione curata da Polis Aperta in collaborazione con il Comune di Bologna e in partnership con Famiglie Arcobaleno Emilia Romagna e Gaylex, rientra tra le azioni del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti e delle persone e della comunità Lgbtqia+ nella città di Bologna 2022-2026, ed è stata pensata per rispondere alle necessità di disporre all’interno dei diversi posti di polizia di personale qualificato e professionale per l'accoglienza delle vittime della comunità Lgbtqia+. Al corso ha preso parte, portando la loro esperienza, anche il mondo dell’associazionismo Lgbtqia+ bolognese, in particolare: Linea Lesbica Antiviolenza, Sportello Antiviolenza Spazio Cassero, Mit - Movimento Identità Trans e Gruppo Trans Bologna. Formare gli operatori in divisa è un’esigenza sentita sia per tutelare le persone, soprattutto nei momenti difficili in cui si trovano a dover sporgere denunce mettendo a nudo aspetti intimi della vita privata, sia per accrescere il livello di sensibilità degli operatori sul territorio in modo da poter cogliere segnali di eventuali crimini d’odio e prevenirli nelle loro più spregevoli conseguenze. Il corso, è stato pensato in continuità col progetto Super per il contrasto ai crimini d’odio basati su razza ed etnia, per formare forze di polizia in grado di contrastare di tutti i reati nati da pregiudizi e intenti discriminatori.
HANNO DETTO - “L’obiettivo dell’azione formativa – ha sottolineato Alessio Avellino, presidente di Polis Aperta – era coinvolgere gli agenti per predisporre un’azione di reale contrasto all’omo-lesbo-bi-trans-negatività sul territorio dove gli agenti svolgono il loro servizio quotidiano. Il nostro ruolo di tutela del cittadino e della vittima vulnerabile di un crimine deve diventare una risorsa per la comunità lgbtqia+. Dobbiamo poter offrire un posto sicuro per tuttə”.
“ Questo percorso formativo, parte delle politiche dell'Amministrazione per il contrasto e la prevenzione della violenza omolesbobitransfobica, credo sia un esempio di una buona pratica – ha dichiarato Emily Marion Clancy vicesindaca di Bologna - Sono particolarmente contenta per la partecipazione, la qualità dei contenuti e le collaborazioni ampie che hanno caratterizzato il percorso. Voglio fare un ringraziamento speciale a tutte le agenti e tutti gli agenti che hanno deciso di far parte dell'unità speciale tutela delle persone vulnerabili, un servizio che avvicinerà ancora di più l'istituzione alle cittadine e cittadini.
Così come alle tante associazioni lgbtqia+ e del terzo settore che hanno preso parte a questo percorso. Polis Aperta ha infatti aperto la formazione alla partecipazione di molte altre associazioni con le quali condivide la sottoscrizione del Patto Generale di Collaborazione per la promozione e la tutela delle persone e della comunità lgbtqia+, un patto che vuole favorire lo scambio e la condivisione tra l'Amministrazione e le associazioni e tra le diverse associazioni tra loro, perché su questi temi ci si muova come comunità”.